TOTAL MUSIC MEETING ´01International Festival of Improvised Music
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![]() Roberto Masotti |
Un diario, anche questo mio primo, vive di
momenti legati piuttosto casualmente, in un tempo solo apparentemente
chiuso, delimitato da date, cosparso d'avvenimenti e incontri. Questo è un
diario per immagini, intersecato da parole, dove incontri e avvenimenti si
legano a distanza disegnando un percorso e anche un modo di percorrere che
va oltre la realtà dei singoli eventi. I vari elementi vivono, infatti, di
un'immaginaria e permanente astrazione integrandosi, modificandosi,
muovendosi a piacimento, in ogni punto. Diario dal Sud prende spunto da
una commissione dell'Europa Jazz Festival di Noci non solo per
"interpretarlo" ma per produrre liberamente un lavoro, non necessariamente
di documentazione quindi, sull'edizione più recente della rassegna. Ma
accade che questo "progetto" si evolva immediatamente ramificandosi,
disperdendosi quasi, in un gioco irrefrenabile di riferimenti, rimandi,
analogie e assonanze. Il discorso si allarga spontaneamente, o per
riflesso, ad altre esperienze, soggiorni, visite, rassegne (luoghi,
persone, suoni, quindi) sempre e felicemente al sud. Da qui l'idea, solo
nel titolo, di un diario avventuroso (romantico?) che nella pratica poco
lega e unisce, vivendo piuttosto della frantumazione e della
sovrapposizione di tutti quegli elementi che costruiscono e ricostruiscono
la memoria. " Ho come l'impressione che per me, in questo momento, l'unica possibilità di scrivere inventando consiste nel raccogliere schegge di cose fatte a pezzi con l'ascia. Si va sulla riva del mare e si vede che alcune di quelle schegge sono meravigliose e altre delle porcherie. E si mette insieme" (Claudio Magris a proposito di "La Mostra") Al sud c'è un'atmosfera diversa, constatazione forse banale, i luoghi dei concerti specie se all'aperto, la gente, l'accoglienza cordiale, l'impaginazione dei programmi, una palpabile curiosità, una grand'apertura. Non dimentichiamo il cibo, i profumi, l'aria, la luce. Certo è un peccato "limitarsi" al sud cui ci si riferisce qui; c'è tanto d'altro, perché non Istanbul, Atene, Gerusalemme, Tunisi, il Marocco, qualche isola, la Sardegna? Non ancora, semplicemente o forse mai, chissà. Vorrei, partendo da Noci, e ripensando a quel festival, riuscire a descrivere ciò che gli è peculiare e quale tipo d'energia esprime. La modalità reportage conduce a narrare, a condensare in immagini emblematiche, più o meno artificiose nel loro dover essere immagini, piuttosto che a riflettere. Perdersi deliziosamente in astratte divagazioni o altro tipo d'appunto per me significa riflettere. I diversi eventi, che si aggiungono e colloquiano con la faticosa messa in scena di Noci, non abitano solo zone diverse dell'archivio, isole di numeri da a. Non sono annotati come di solito; le occasioni libere fanno sì che nascano nuovi modi di leggere e di costruire secondo un intenso gioco di rimandi che creando nuove visioni. Inoltre, l'occhio ritrova attenzioni e gesti messi da qualche tempo in disparte e si lascia tentare di nuovo. Diario dal Sud ha una sua colonna sonora, per buona parte tendenziosa quanto aperta ad accogliere veramente tutto, vale a dire il suono di una fresca e disinibita originalità, di libertà di scegliere e di accostare. C'è un'atmosfera comune, calda e consapevole, che riunisce queste appassionanti soste sollecitando a raccontarsi attraverso i miei appunti e proprio in questo diario. " L'aspetto che mi coinvolge di più di questo diario è il modo in cui è concepito lo spazio. L'occhio non ha tregua e può felicemente perdersi tra i fogli come succede talvolta coi pensieri. I segni (in questo caso: non solo immagini ma anche parole) sono sentieri che portano sempre da qualche parte, a radure e luoghi momentanei di sosta - inevitabilmente autobiografici, come accade in qualsiasi diario - da cui ripartire verso altre direzioni. La materia visibile, nell'istante raggelato del presente che corre nel passato, non può che provare pace in uno scatto generoso e potente dell'anima, nella inesauribile alchimia dei rimandi e delle allusioni. Ma sia ben chiaro che gli accostamenti, per quanto liberi, non sono mai arbitrari. Lo spiegò benissimo un poeta oscuro e difficile come Celan in una lettera del '62: " Non ho mai scritto una riga che non abbia a che fare con la mia esistenza, io sono, come vedi, realista a modo mio". Vittorino Curci, 20 settembre 2001 Biography Roberto Masotti |
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